LAZIO Lotito: “Roma fuori dai parametri del fair play finanziario. Baldissoni? Non so chi sia”

Claudio Lotito
Claudio Lotito

Lunga intervista a Claudio Lotito, il presidente della Lazio che non manca mai di punzecchiare i rivali della Roma in qualsiasi occasione:

Le imputano un “difetto”, una sua presunta pregressa fede romanista, confermata anche da Storace, e dall’avv. Mauro Baldissoni che disse: “E’ romanista, lo sanno tutti”.
“Scusi, chi è Baldissoni?”

Il Direttore Generale della AS Roma.
“Ah quindi io sarei romanista. Comunque guardi, Baldissoni non ho mai avuto il piacere di conoscerlo prima di incontrarlo in Lega Calcio. Per quanto concerne la mia lazialità, non deve assolutamente essere certificata. Sono sempre stato laziale, avevo l’abbonamento della Lazio. La mia lazialità nasce a cinque anni, trasmessami dal fidanzato della mia tata, e da allora – era il 1961 – sono sempre stato laziale. Questo lo possono testimoniare i miei compagni di scuola, e persino l’ex presidente del CONI, Petrucci”.

Che ne pensa del Financial Fair Play voluto dall’UEFA?
“Il FFP è concettualmente giusto, ma deve essere applicato. Lei consideri che ho in testa uno sport che si ispira ad uno come Abebe Bikila, il maratoneta che vinse a piedi scalzi contro l’opulenza degli americani (alle Olimpiadi di Roma del 1960, NdR). Che vuol dire? Che nello sport deve prevalere il merito, lo spirito di sacrificio. L’applicazione del Fair Play Finanziario mette nella condizione i bravi e quelli che hanno le possibilità di competere alla pari. Ma nel momento in cui si alterano questi equilibri, come accaduto con alcune squadre, la censura sarebbe dovuta intervenire con provvedimenti diversi. Ad esempio Juve, Inter e Roma stanno tutte fuori se facciamo i conti. Mi auguro che questo (il mancato intervento, NdR) sia soltanto un elemento transeunte legato ad un assestamento del sistema. C’è però da dire che la differenza di fatturato con squadre quali Barcellona e Real Madrid si è venuta a creare perché noi non siamo stati bravi ad adeguarci al cambiamento, a darci normative che consentissero una crescita dei club in termini di ricavi.”

Secondo Lei la AS Roma riuscirà a fare lo stadio alle attuali condizioni normative?
“Non entro nel merito. Sto aspettando con molta attenzione gli accadimenti. Perché qualcuno in passato ha speculato dicendo che la Lazio voleva costruire lo stadio in una zona a vincolo idrogeologico. Nel caso della AS Roma mi pare che si vada a costruire a ridosso di una sponda del Tevere e a 50 metri dal depuratore di Roma Ovest. Inoltre c’è un problema di viabilità che è sotto gli occhi di tutti. Non entro nel merito, come detto. Aspetto fiducioso. Anche perché non si potranno usare due pesi e due misure”.

Investire sulla crescita sulla base di un piano industriale non è una necessità?
“La AS Roma chiude quest’anno con 35 milioni di perdite, ed è il quarto anno consecutivo che chiude in rosso. Vanno avanti con aumenti di capitale, e non hanno coperto tutto. Nell’Inter invece, Thohir ha messo 75 milioni, più un finanziamento soci di 25 milioni. Questi sono i soldi che sono stati messi dall’imprenditore. Poi ha fatto un leverage sulla società, che è poi quello che ha fatto sempre la AS Roma in passato. Ma questo di cui si parla è un sistema ridicolo di gestione, perché oggi col fair Play Finanziario è tutto l’opposto, non ci deve essere apporto del capitale del socio. Lo scostamento non può superare i 15 milioni annui per tre anni. Vuole sapere invece i numeri di Inter, Juventus e AS Roma? E poi, ad esempio, il Napoli sta facendo bene, ma che cosa ha patrimonializzato? Non ha nemmeno il centro sportivo. Non mi faccia parlare di queste cose!”.

Fonte: Guerin Sportivo

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