L’ANALISI di CSKA-ROMA Florenzi è uno e trino, Totti illumina. Garcia e Gervinho non ci sono

L'Analisi
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Una beffa clamorosa. Nel momento in cui il pericolo sembrava superato, quando Florenzi e Holebas si erano sostituiti ai giganteschi Manolas e Astori. Monumentale la prova dei due centrali della Roma, capaci di respingere ogni attacco del Cska Mosca. L’ultimo cross, da metà campo. L’ultima preghiera dei russi, la più facile da leggere, la meno insidiosa. Eppure è entrata nella porta di un De Sanctis con la reattività ai minimi termini. Berezutski esulta senza credere ai suoi occhi. Brych neanche fa centrare il pallone. La Roma però deve recriminare sé stessa: iniziative offensive individuali, contropiedi veloci ispirati solo da Totti, quel numero 10 che migliora ancora il record di giocatore più grande a segnare in Champions.

REGIA LENTA- Slutski schiera solo frecce davanti: Eremenko e Natcho devono dare qualità per Musa, Doumbia e Dzagoev. Garcia è costretto a schierare Florenzi terzino destro: sarà uno dei migliori in campo in entrambe le fasi. Senza la regia di Pjanic, sono Keita e De Rossi a dover gestire la manovra con le verticalizzazioni di Totti per lanciare le incursioni di Nainggolan, Gervinho e Ljajic. Una Roma combattiva ma con difficoltà a portare il pallone nella metà campo di un Cska Mosca con la linea difensiva sempre molto alta. Pesanti le assenze di Maicon e Pjanic (il secondo per scelta), unici in grado di salire palla al piede saltando la prima linea di pressing.

FLORENZI E TOTTI – La mobilità dei russi prova a mettere in difficoltà De Rossi, con Dzagoev, Eremenko e Doumbia che a turno si lanciano nell’esiguo spazio tra il vice capitano e i due centrali difensivi. Florenzi e Holebas non perdono un duello, puntualissimi nelle diagonali. E se Ljajic rimane un pericolo costante sulla sinistra, sulla destra Gervinho è molle, apatico, al limite dell’inutilità. Garcia se ne accorgerà al 72′. Tocca a Florenzi fare anche l’ala e la Roma accelera solo nelle tre discese del folletto di Vitinia. Nella prima il cross è corto, nella seconda (su uno spettacolare lancio di Totti) è una cosa a metà tra un tiro e un traversone con Ljajic solo a due metri dalla linea. La terza è quella giusta, serpentina centrale, dribbling secco e Berezutski costretto al fallo. Sono le 18:42, le 20:42 a Mosca e gli astronomi ricorderanno il momento perché sullo stadio Khimki passa una cometa che finisce in rete. La punizione di Totti a 103 km/h è un razzo che fa secco Akinfeev mal piazzato. Un pallone a otto gradi sotto zero è una pietra, il portiere russo non sarà neanche consapevole di aver rischiato una mano.

L’ULTIMO PALLONE – L’infinità di recuperi di Manolas e Astori distruggono le velleità del Cska. De Sanctis al 38′ sbaglia un rinvio ma poi rimedia con una grande uscita su Doumbia. I difensori della Roma sono iper-sollecitati perché davanti la Roma con Gervinho formato ectoplasma non tiene un pallone. Keita non ha la solita lucidità, De Rossi chiude mille falle ma sbaglia tanti appoggi.  Ljajic all’undicesimo della ripresa chiude una diagonale difensiva degna del miglior Maldini. Al 14′ della ripresa Nainggolan crea e spreca simultaneamente la prima occasione del raddoppio. Slutski inserisce Milanov e blocca Florenzi triplicando la catena di sinistra russa. La Roma per larghi tratti è spaccata ed è sempre troppo bassa. Iturbe entra e crea la seconda palla del raddoppio, ma Akinfeev è fenomenale a dire no di piede a Ljajic che aveva calciato bene di sinistro dopo 50 metri di corsa. A otto minuti dalla fine ecco Strootman per Nainggolan, un cambio a cui Garcia ripenserà tutta stanotte. Non tanto per l’olandese quanto per il belga che sembrava l’unico centrocampista in grado di ribaltare l’azione.  Il Cska abbassa la testa e assedia l’area di rigore, Pjanic entra per Ljajic e non dà gran copertura a Holebas. Il greco e Florenzi al 90′ appaiono dal nulla in mischia impedendo a Dzagoev e Doumbia di pareggiare a mezzo metro da De Sanctis. Ma come sempre è accaduto nella storia della Roma, la beffa arriva quando si pensa che l’ultimo pericolo sia passato.

Il cronometro segna 92′:30”, Iturbe gioca a Strootman un pallone che chiede di essere protetto e tenuto anche con le mani con uno svenimento improvviso. L’olandese pecca di presunzione e cerca il passaggio filtrante invece di calciare il pallone in Kamchatka. I russi chiudono e pregano nel cross di Berezutski. Nessuno fa fallo a metà campo e la palla spiove in area dove i lisci di Dzagoev e Doumbia ingannano un De Sanctis che non fa una gran figura. Uno a uno. Cinque punti a testa in classifica e tante raccomandazioni al Bayern Monaco per fermare il Manchester City. Comunque vada all’ “Etihad”, il 10 dicembre a Roma ci si giocherà gli ottavi di finale. Stasera però c’è solo amarezza. L’ennesima (e mentre chiudiamo Benatia va sotto la doccia con Aguero che non sbaglia dal dischetto…).

A cura di Daniele Luciani

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