L’ANALISI di ROMA-MILAN Regge il catenaccio di Inzaghi. Garcia non trova il grimaldello: cambi tardivi

L'Analisi
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Due palle gol pulite nel primo tempo, un fallo di mano impossibile da non vedere per l’arbitro d’area Massa e altre due occasioni create nei confusi assalti finali con l’uomo in più. Roma-Milan finisce 0-0: sorridono Inzaghi, Galliani e la Juventus, di nuovo a +3 in classifica. All’Olimpico è stata una partita brutta, resa tale dalla mancanza di fantasia della Roma e dalle “illuminate” idee di Inzaghi: difesa totale e palla a Menez sperando che inventi qualcosa. Garcia aveva annunciato una squadra combattiva, ma in realtà in campo è scesa una squadra lenta, compassata, arrivata seconda sulle palle vaganti fino all’espulsione di Armero.

LE SCELTE – Su carta, dovrebbero affrontarsi due squadre col tipico modulo zemaniano. Sul prato dell’Olimpico è tutta un’altra storia. Bonaventura gioca a uomo su Maicon, De Jong segue Totti non appena si stacca da Mexes mentre Zapata prende gli inserimenti dei centrocampisti. Che non arrivano mai perché De Rossi e Keita giocano sempre orizzontali e viaggiano talmente lenti da far sembrare dinamico Montolivo. Holebas e Honda si annullano a vicenda, mentre Poli mette a repentaglio i polmoni per seguire Nainggolan. Le assenze di Pjanic e di Ljajic si fanno sentire, soprattutto quella del bosniaco, l’unico in grado di partire dalla metà campo palla al piede e superare il primo pressing portando la superiorità numerica.

IL MEGLIO IN 10′ – Il primo spavento lo crea Honda al 2′, sul suo sinistro dal limite De Sanctis respinge per poi bloccare il tiro defilato di Poli. Al minuto 8 l’unica azione in velocità della gara: ripartenza in quattro tocchi tra Nainggolan, Totti e Gervinho con l’ivoriano che perde il tempo dell’assist a Totti e mette al centro dove Florenzi viene chiuso da Bonera. Il Milan raddoppia e triplica le marcature, lasciando pochi spazi. Al 20′ Diego Lopez deve fare l’unica grande parata della partita sul rasoterra destro di Florenzi. Sono i migliori dieci minuti della Roma: in mischia da angolo, De Rossi da terra non riesce a girare in porta. Al 25′ Gervinho punta per la prima volta Bonera e guadagna una punizione con la quale Totti scalda i pugni di Lopez. Al 28′ la migliore occasione: raro pressing alto su Bonera, palla recuperata e infilata da Keita per Gervinho che all’altezza del dischetto fa secco Mexes ma spara addosso al portiere. Due minuti più tardi l’errore arbitrale che macchia la gara: angolo battuto corto, cross di Florenzi sul secondo palo dove staccano Gervinho e la mano di De Jong con l’olandese che la leva dalla testa dell’attaccante a due metri dalla porta. Rizzoli è coperto ma Massa è lì e non segnala nulla. Sul rigore non dato la Roma si spegne, messa in apprensione anche dalle uscite di piede avventurose di De Sanctis. Il portiere giallorosso si riscatta parzialmente smanacciando la bordata di Mexes da 45 metri.

FASCE FERME – Con Maicon e Holebas seguiti a tutto campo da Bonaventura e Honda, dovrebbero essere Gervinho e Florenzi a puntare il lento Bonera e l’ammonito (per reiterato fallo su Totti) Armero. Il Milan crea un imbuto che porta al trio De Jong-Mexes-Zapata e Gervinho puntualmente ci sparisce dentro invece di allargarsi e puntare l’avversario. I giallorossi non hanno ritmo di gioco con De Rossi troppo preoccupato da coprire Menez. Un paio di sprazzi del francese portano al tiro Poli e Bonaventura, niente di troppo complicato per De Sanctis. L’andamento lento fa gioco al Milan ma Garcia provvede al primo cambio solo al 65′, quando Ljajic prende il posto di Florenzi. Armero inizia ad essere puntato e va subito nel pallone, commettendo un ingenuo fallo di mano a metà campo: Rizzoli si fa un po’ convincere dalla proteste e dopo venti secondi dal fischio estrae il secondo giallo. Cambi: dentro Alex per Honda (con Bonera che va a sinistra e Zapata a destra), fuori De Rossi ed ecco Destro. Fino al 85′ la Roma assedia il Milan ma non azzecca un cross che fosse uno. Torosidis entra al posto del claudicante Maicon e spreca l’unico, grosso, regalo di Diego Lopez che esce a vuoto: palla alle stelle sul tiro del greco a porta vuota. Al 91′ la palla della vittoria capita di nuovo a Gervinho, bravo a saltare due difensori e a chiudere il triangolo reso da Yanga-Mbiwa ma pessimo nella girata in porta in allungo. A Diego Lopez basta rimanere fermo per respingere.

La Roma si infrange su questa unica occasione e rimane staccata di una partita dalla Juventus. Gli errori arbitrali la penalizzano ancora, ma Garcia deve far ritrovare alla squadra 1) la brillantezza fisica, 2) l’efficacia sottoporta, 3) quella sana “ignoranza” che lo scorso anno (con Benatia e con Castan e Strootman al 100%) permetteva alla Roma di fagocitare gli avversari ed “intimorirli” come se fossero già sotto di un gol. Dovrà cercare di farlo da Udine, dove mancherà De Rossi per squalifica oltre a Keita e Gervinho per la Coppa d’Africa. Per un calendario che poi proporrà il derby e le due trasferte di Palermo e Firenze. A gennaio ci si gioca il campionato. E la Juve non smette di correre.

A cura di Daniele Luciani

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