AS ROMA Doumbia punta il Milan, l’ivoriano non si ferma

Doumbia De Rossi
Doumbia De Rossi

Seydou Doumbia non sarà costretto a fermarsi come invece si era paventato a casua di un problema al flessore accusato dopo la sfida contro il Genoa decisa da un acuto dell’ivoriano che ha aperto le marcature chiuse poi da Florenzi a tempo scaduto. Gli esami strumentali – necessari dopo il fastidio ai flessori della coscia sinistra accusato domenica nella gara col Genoa – non hanno infatti evidenziato lesioni muscolari. L’attaccante perciò ha già iniziato a Trigoria il percorso di recupero per farsi trovare pronto sabato sera per la sfida al Milan. Una sfida che a questo punto, complice proprio la disponibilità dell’ivoriano, Rudi Garcia potrebbe decidere di giocare ancora una volta senza Francesco Totti dal primo minuto. La scelta tecnica dell’allenatore francese nelle ultime due uscite si è dimostrata azzeccata, con Doumbia a segno sia col Sassuolo sia col Genoa, e la Roma vincente e nuovamente al secondo posto in classifica. A ‘spingerè in panchina Totti – che nelle ultime sette giornate comunque si è visto molto poco in campo (indisponibile con Cesena e Napoli, in panchina con Torino, Sassuolo e Genoa, in campo fino al 90′ con l’Atalanta e sostituito dopo 52′ con l’Inter) – anche le considerazioni fatte da Garcia domenica scorsa sulle necessità attuali della Roma in avanti. Ovvero: quando si gioca con un attacco manovrato è necessario un centravanti d’area (Doumbia), quando si aprono gli spazi servono i contropiedisti (Gervinho e Iturbe). Tutto questo senza dimenticare l’ di Ibarbo, preziosa pedina tattica che permette alla Roma di attaccare col 4-3-3 e difendere col 4-4-2. Garcia avrà adesso un paio di allenamenti più la rifinitura di venerdì per valutare pro e contro di un’eventuale nuova esclusione di Totti a vantaggio di Doumbia. Per il capitano comunque potrebbe profilarsi la terza panchina consecutiva per scelta tecnica, un inedito in carriera. E poco importa se – come ricordato dal tecnico – «lo ha detto lui che se gioca dall’inizio o meno non cambia nulla». Ritrovarsi a guardare anche a San Siro, stadio dove ha scritto alcune delle pagine più belle della sua storia romanista, potrebbe essere più dura da digerire.

Fonte:Ansa

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