GAZZETTA DELLO SPORT Cambia lo staff restano i dolori. Roma da rivedere

Garcia
Garcia

(M. Cecchini) Eppure le cronache tramandano come Pirro fosse considerato uno dei più grandi strateghi dell’antichità. Ma la storia non ha comprensione per gli sconfitti e così il re dell’Epiro è rimasto nell’immaginario collettivo come il signore delle vittorie inutili. Dopo la battaglia di Ascoli Satriano, nel 279 a. C, la frase infatti che lo ha tramandato ai posteri infatti recitava così: «Un’altra vittoria del genere e sarò perduto». In effetti contro Roma questo avvenne, ma ci rifiutiamo di credere che la citazione «pirriana» regalata ieri da Rudi Garcia avesse connotati così pessimistici. Di certo però il successo col Carpi è stato pagato caro dai giallorossi, che domani giocheranno in Bielorussia contro il Bate Borisov con una formazione di emergenza per la serie d’infortuni che ha colpito Totti, Dzeko e Keita, senza contare che Rüdiger è ancora indisponibile, mentre Florenzi, Iago Falque e Szczesny stanno sprintando per esserci.

INTERROGATIVI –  Dopo la rivoluzione infatti, che aveva portato a Trigoria i preparatori Norman e Lippi, il nuovo responsabile dello staff medico Riepenhof e la promozione del dottor Del Vescovo, nessuno immaginava che dopo meno un mese dall’inizio di stagione si fermassero per problemi muscolari Maicon, Pjanic (in Nazionale), Keita e Totti. Nella scorsa stagione uno dei nodi fu individuato in Paolo Rongoni, preparatore voluto da Garcia. Anche il medico Francesco Colautti, non ha proseguito il suo lavoro a Trigoria, ma gli esiti dei cambiamenti al momento stentano a produrre frutti. Formule magiche, dicono i più esperti, non ne ha nessuno.

IL BOLLETTINO – Detto che la Roma ha cambiato l’hotel di Minsk dove alloggerà perché in passato «protagonista» di una intossicazione alimentare, adesso Garcia deve fare i conti con l’infortunio ai flessori della gamba destra di Totti (almeno un mese di stop) e Keita (recupero solo dopo la sosta, se tutto andrà bene) e sopratutto con la lesione del legamento collaterale del ginocchio destro di Dzeko, che lo fermerà almeno 15-20 giorni, anche se il bosniaco vorrebbe far di tutto per non perdersi la sfida decisiva della sua Nazionale contro il Galles in programma durante la sosta di ottobre. Discorso diverso per Rüdiger. Il tedesco infatti, reduce da due interventi al ginocchio nel giro di sei mesi, ha giocato tre partite consecutive e questo gli ha provocato dei fastidi sia al ginocchio sinistro (non quello operato) perché più sollecitato, che all’altro. Per lui, in anticipo di qualche giorno sugli altri (esaminati ieri), le visite si sono svolte presso la clinica Villa Stuart e la sensazione è che il tedesco sia stato forse troppo utilizzato.

SENZA CENTRAVANTI – Ne consegue che Garcia domani sarà obbligato a una formazione inedita. Davanti a De Sanctis (ma Szczesny di proverà) toccherà a Florenzi, Manolas, De Rossi e Digne, A centrocampo, ai lati di Nainggolan, giocheranno Pjanic e Vainqueur e davanti, se Iago Falque non ce la farà, giostreranno Salah, Iturbe e Gervinho, anche perché di centravanti Garcia non ne ha più. Ciò che avanza, comunque, è abbastanza per battere il Bate Borisov, però meglio ricordare la fine di Pirro. Colpito in testa da una tegola lanciatagli da una donna di Argo, rimase così stordito da non opporre resistenza all’agguato di un soldato. Di tegole in testa alla Roma ne sono cadute tre in un solo giorno, ma sono vietate nuove emulazioni.

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