CORRIERE DELLA SERA Roma, Strootman più ottimista. In settimana i controlli decisivi

Strootman
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(G. Piacentini) Kevin Strootman aspetta, spera e stavolta ci crede pure un po’ di più. Basta fare un giro su Instagram e Twitter per vedere il centrocampista olandese mentre posa con la fidanzata e alcuni tifosi, sorridente e sereno come negli ultimi mesi non si era mai visto.

Ancora prima che sul fisico, l’operazione del professor Mariani ha avuto il merito di influire sul suo umore. E non è poco, per un calciatore che negli ultimi due anni, cioè da quando è alla Roma, ha giocato appena 36 partite tra campionato e coppe. In settimana, un mese e mezzo dopo l’ennesima operazione al ginocchio sinistro infortunato, Strootman sarà visitato di nuovo a Villa Stuart. E non sarà una visita come tutte le altre, perché se tutto andrà come previsto all’olandese sarà dato il permesso di iniziare a forzare i carichi. Mariani valuterà la forza, la resistenza e l’elasticità del ginocchio e si aspetta risultati confortanti dai test. Se li aspetta anche Kevin, che tutti i giorni lavora a Trigoria mattina e pomeriggio per cercare di tornare in campo tra gennaio e febbraio, praticamente due anni dopo il primo infortunio.  All’epoca si operò in Olanda e si affidò al protocollo riabilitativo della Nazionale «orange», stavolta hanno lavorato su di lui – oltre a Mariani – anche il medico tedesco Riepenhof (uno di quelli che lo hanno convinto ad operarsi di nuovo) e i preparatori Norman e Lippie, autori di una serrata tabella di marcia.

Strootman la segue, sa che la Roma lo aspetta (pronta anche a dargli la fascia di capitano dopo Totti e De Rossi) e che l’Olanda non può fare a meno di lui. In patria ne parlano spesso, ieri è stato il turno di Richard Grootscholten, suo allenatore allo Sparta Rotterdam. «Il problema di Kevin erano gli arbitri, non accettava le loro decisioni. Avrebbe protestato ad oltranza ed abbiamo dovuto trovare un modo per fermarlo. Non potete immaginare quanto fosse cattivo. Nonostante questo è un meraviglioso talento, sarebbe una tragedia se non riuscisse ad esprimere il suo potenziale».  La Roma, da tempo, la pensa nello stesso modo.

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