Pellegrini: “Spero arrivi presto il primo gol all’Olimpico, voglio crescermi e togliermi qualche soddisfazione”

Il centrocampista della Roma Lorenzo Pellegrini ha risposto le domande dei tifosi tramite i canali social del club giallorosso. Queste le sue parole:

Qual è il tuo obiettivo per questa stagione?
Sicuramente quello di crescere e cercare di levarci qualche soddisfazione, sia personale che a livello di gruppo, ovviamente anche pensando a tutti i nostri tifosi. Provare fino alla fine ad arrivare fino in fondo, provare a vincere qualcosa. Non sarebbe male, no? (ride, ndR).

Hai mai pensato a quando farai il primo gol all’Olimpico?
Sì sì, ci si pensa tanto, ci si scherza anche con i familiari. Speriamo che arrivi presto, è cosa che desidero molto.

Ti piacerebbe ripercorrere la carriera di Totti e di De Rossi?
Questa è una domanda facile, anzi, facilissima (ride, ndR)! Penso che Daniele e Francesco siano due monumenti di Roma. Per me che sono romano, ovviamente sarebbe un onore ripercorrere anche la metà delle loro carriere. Speriamo bene tutti quanti.

Chi è l’idolo calcistico a cui ti sei sempre ispirato, tolti Totti e De Rossi?
Da bambino mi piaceva tantissimo Ronaldinho perché era sempre solare e sorridente mentre giocava, ti faceva venir voglia di metterti a giocare, di farlo questa serenità e spensieratezza che gli ha permesso di fare la differenza per tanti anni. E’ stato un grandissimo giocatore. Lui mi piace tantissimo per quello che trasmette: il calcio è una bella cosa e va vissuta serenamente, sempre con il sorriso. In generale tutti i brasiliani sono così.

Anche quelli che ci sono nella Roma?
Sì sì, anche i ragazzi che abbiamo in squadra. Ridono e scherzano, questo aiuta tanto nel gruppo.

Qual è il gol più bello che hai segnato in carriera?
A livello di settore giovanile, quello che tutti ricordano è quello contro il Manchester City con la Primavera. Quello è il gol più bello che ho fatto durante il settore giovanile. A livello professionistico, mi piace da impazzire quello che ho fatto l’anno scorso a San Siro contro il Milan. Non è servito a niente perché abbiamo perso 4-3, però esteticamente meritava. Anche il gol contro la Danimarca con l’Under 21 è stato bello, ma preferisco quello contro il Milan.

Con quali giocatori della Primavera sei rimasto più in contatto?
Con tanti, siamo rimasti molto in contatti. Soprattutto con Calabresi: abbiamo sempre avuto un rapporto stretto, sono molto legato a lui. Abbiamo vissuto degli anni bellissimi e siamo rimasti in contatto nonostante la distanza, purtroppo ci vediamo poco perché lui è a La Spezia. Ci vogliamo bene, lui è veramente eccezionale.

Ti senti più un centrocampista a tutto campo o preferisci partecipare alla manovra da dietro davanti alla difesa?
Obiettivamente l’ho sempre detto, per ora preferisco fare la mezzala perché mi dà più libertà di movimento, posso anche svariare un po’, inserirmi e provare a fare i gol che mi chiedono di fare! Da dietro è più difficile… Fare la mezzala mi piace di più ora come ora, però se dovesse servire un mediano posso fare anche quello. Ma il ruolo che prediligo è quello di mezzala.

Quando hai capito che saresti tornato a giocare alla Roma e che emozioni hai in quel momento?
Non è stato un momento ma un periodo, già da gennaio circolava la voce di un’offerta della Roma per me. Durante la fine della stagione, da gennaio a maggio, io già sapevo. Quando c’è disponibilità da entrambe le parti, le cose si indirizzano bene. Mi sono sentito durante la stagione con Monchi, mi ha aiutato a rimanere sereno. E’ stata una trattativa abbastanza semplice perché da tutte e due le parti c’era voglia di ritrovarsi.

Il compagno più divertente?
Florenzi, sicuramente. Anche quando sei un po’ giù, Alessandro ti tira su il morale.

Il compagno con il quale hai legato di più?
El Shaarawy, con il quale condivido la stanza in ritiro. Poi siamo stati insieme in Nazionale: è un ragazzo eccezionale.

La Nazionale?
Una grande emozione, anche inaspettata ma bellissima. Gli esordi sono una cosa importante, quelli che si ricordano per sempre.

Hai tatuato sulle dita il numero 37: come mai non l’hai scelto sulla maglia?
Sulle mani è una cosa che una persona che non conosci non nota, mentre io invece lo vedo tutti i giorni. Il numero è importantissimo perché è legato a tante cose della mia vita, come la data di nascita di mia nonna: una persona a cui sono legato moltissimo. Non l’ho scelto per la maglia perché non era importante: mi piace un numero solo sulla maglia. A Sassuolo avevo il sei, qui invece ho il numero di Bruno Conti (ride, ndr).

Sei contento di aver partecipato alla gloriosa vittoria del Fantacalcio di un tifoso?
Spero di riuscire ad aiutarti anche quest’anno! A volte mettono più pressione i fantallenatori del mister!

Il giocatore che ti ha impressionato di più?
Dzeko. È un bravissimo ragazzo e una forza della natura, impressionante. Non dice mai una parola fuori posto e come calciatore mi fa impazzire in tutto, non solo come giocatore.

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