Roma, parla Tomei: “Eusebio lo conosco da sempre, basta uno sguardo per capirci. Mi beccai una strigliata per colpa di Kolarov”

E’ tempo di preparazione per la squadra di Di Francesco. Domani, scenderà in campo con la Spal. Il pareggio col Genoa è ormai alle spalle e adesso è il momento di ricominciare a correre. Intervistato dal Match Program della Roma, ecco le parole del vice del mister abruzzese, Francesco Tomei:

Parla Tomei

 

La sua collaborazione con Di Francesco ha radici lontane. Ci può raccontare in che modo le vostre strade si sono incrociate?
“Noi veniamo dallo stesso quartiere, e ci conosciamo sin da piccoli. Poi a fine carriera ci siamo ritrovati e abbiamo deciso di lavorare insieme. Tutto è avvenuto in modo molto naturale. Una volta finito con il calcio giocato, entrambi avevamo le stesse idee, tutti e due volevamo fare lo stesso mestiere. In questi anni ci ha aiutato il fatto che ci conosciamo da tanto tempo, abbiamo fatto un percorso molto tranquillo e ricco di passione”.

Di Francesco sembra sempre molto equilibrato in ogni dichiarazione; con lo staff tecnico e la squadra invece che tipo è?
“Il mister è come si vede. La sua grande qualità è essere molto limpido. All’interno dello spogliatoio c’è un confronto, chiaro, pacifico. Dove giustamente l’ultima parola è la sua, è il mister. Noi lavoriamo insieme da tanti anni e oramai siamo una famiglia. E ci diamo tutti da fare per creare all’interno dello spogliatoio una clima tranquillo. Il nostro e quello dei ragazzi è un lavoro che ti porta ad essere sempre sotto pressione, perché ogni tre giorni hai un esame”.

In panchina si vivono momenti di grande tensione. Può raccontare un aneddoto in particolare?
“Ce ne sarebbero tanti da raccontare. Entrambi viviamo la partita in modo viscerale e spesso sopra le righe… A volte basta uno sguardo tra noi e non servono le parole. Mi sono rimasti impressi i momenti di felicità trascorsi insieme. Ad esempio il gol che ci ha portato in Serie A all’ultimo minuto. Pochi minuti prima ci eravamo scambiati delle cose e poi l’esplosione di gioia al gol. Sono fotografie che ti rimangono…”

Cosa ha pensato quando il mister le ha comunicato l’accordo con la Roma?
“Mi avvicino a casa! Invece di fare 400 chilometri ne facciamo 150! A parte gli scherzi è stata una grande emozione. So quanto il mister ci tenesse a questa possibilità, sono stato molto felice per lui. Un traguardo che ha raggiunto. Mi sono sentito orgoglioso del lavoro fatto che ci ha portato fino a qui… E allo stesso tempo è nata la curiosità di mettermi in discussione su nuove problematiche da affrontare”.

 

Quando Kolarov segnò a Torino è venuto a esultare da lei. Perché?

“Mi sono preso anche una strigliata dal mister perché sono entrato in campo! Nelle settimane precedenti avevamo lavorato tanto nei calci da fermo e avevamo scherzato sull’eventualità di fare un gol. È stata una cosa non programmata, in un momento importante di una gara che ci avrebbe dato continuità in quel momento. Un gesto naturale che non capiterà mai più altrimenti il mister si arrabbia”.

C’è un giocatore della rosa che l’ha sorpresa positivamente fin qui?
Sicuramente Gerson. Già dal ritiro di Pinzolo ha dato una grande disponibilità, è cresciuto in modo esponenziale. La cosa più bella è che lui sia cresciuto negli allenamenti, il suo atteggiamento è cambiato. È stato un esempio importante per tutto il gruppo. Partito da una posizione defilata, dopo una annata particolare, è stato molto testardo ed oggi è sotto gli occhi di tutti. Al di là di Gerson, devo dire che tutti hanno avuto una crescita che deve continuare perché siamo solo all’inizio.

E invece ce n’è uno che secondo lei può crescere ancora e sorprendere durante la stagione?
Lorenzo Pellegrini è un ragazzo giovane che sta facendo bene, ma ha ampi margini di miglioramento. Ripeto, tutti possono migliorare. Fisicamente e tatticamente abbiamo un gruppo che sta dando una grande disponibilità, che ha sposato completamente le idee e i principi del mister ed è fondamentale nella crescita.

 

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