Nainggolan: “Inter e Cina, tutta la verità, ma non vado via adesso”

Nainggolan
Radja Nainggolan ©Getty Images

ROMA – Radja Nainggolan parla sempre senza peli sulla lingua e lo fa anche in questo caso. In una lunga intervista a ‘Il Tempo’, il centrocampista della Roma ne ha per tutti. Dalle voci di mercato sull’Inter e sulla Cina, ai video di Capodanno e ai rapporti con Juventus e Lazio, il belga si confessa a 360 gradi.

Nainggolan: “Inter e Cina, tutta la verità, ma non vado via adesso”

Sul momento suo e della squadra capitolina: “E’ importante vincere a Bologna per poterci poi concentrare sulla Champions. A Barcellona il bello è che non abbiamo niente da perdere. Adesso per fortuna sto bene, in precedenza avevo qualche acciacco. Sto segnando meno quest’anno ma do sempre il massimo e accetto le critiche quando arrivano. Il modulo? Tutte cavolate. Non abbiamo mai chiesto a Di Francesco di cambiare. La crisi di dicembre-gennaio non me la spiego nemmeno io, forse fossimo riusciti a vincere qualche partita in mezzo saremmo ripartiti prima”.

Nainggolan svela quindi i retroscena sulle voci di mercato: “L’Inter e Spalletti erano sicuramente interessati, ma una reale trattativa non c’è mai stata. Con la Cina qualcosa c’era invece, nulla di serio. Per me non conta solo l’aspetto economico, cambiare stile di vita spesso mi sembra assurdo. Per ora dunque non penso ad andare via”.

In merito al video a Capodanno: “Ho fatto una cavolata, mi è dispiaciuto. Ho dato un cattivo esempio, cose così non le faccio certo tutti i giorni. Ho accettato la multa, nessuna rottura tra me e Monchi come si era scritto. Non ho detto mezza parola, mi chiamano ‘bad boy’ ma se è vero che mi piace godermi la vita non faccio del male a nessuno”.

Sulla corsa scudetto: “Preferisco vinca la Juventus. Niente contro il Napoli, ma essendo sempre arrivato dietro i bianconeri, se vince un’altra squadra mi rode. Spero che Mertens non ce l’abbia con me…”.

Infine, una stoccata alla Lazio: “Parlano tanto dei torti arbitrali ricevuti, ma hanno avuto anche loro qualche favore. Stanno ancora a parlare di quello che è successo nelle prime giornate, ora siamo alla trentesima…”.

 

 

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