Rosella Sensi: “Kerimov sparì. Soros, Sawiris e Fioranelli invece…”. Su Totti e De Rossi…

Rosella Sensi
Rosella Sensi ©Getty Images

NOTIZIE AS ROMA DICHIARAZIONI ROSELLA SENSI – L’ex presidente della Roma, Rosella Sensi, ha rilasciato un’intervista all’emittente radiofonica ‘Centro Suono Sport’, durante la trasmissione ‘Te la do io Tokyo’, nella quale ha svelato alcuni retroscena di quando era a capo del club capitolino. Tra i tanti temi affrontati ci sono anche quelli legati a Totti e alla situazione attuale giallorossa.

Le dichiarazioni

Su Cesare Prandelli
Una persona molto educata, garbata e tranquilla. Ho un ricordo strano di quella stagione, mi dispiacque molto che se ne andò. Non credo però che nulla succeda per caso, forse doveva andare così.

C’è stato un periodo che hai vissuto sotto scorta…
E’ una cosa veramente brutta che non auguro a nessuno, ringrazio quei ragazzi di quel periodo per avermi protetto

Sulla cessione di Samuel
E’ stata la più dolorosa in assoluto, era un ragazzo d’oro. Ricordo che a Bronzetti dicevo ‘io non firmo’. Sapevo che da quel momento sarebbe cambiato qualcosa, è stato dolorosissimo. Effettivamente da quel momento sono cambiate tante cose.

Su Daniele Pradé
E’ uno che sa di calcio ma non sa mostrarlo abbastanza.

Arriviamo alle tante volte in cui la società è stata vicina alla cessione
Di Kerimov so che era interessato ma poi sparì. Soros? No, basta…tanto chi vuole credere ad altre storie è libero di farlo. Di Sawiris dico solo che voleva comprare la Roma ed era pronto a metterci parecchi soldi, ho un bel ricordo di lui ma non voglio dire altro. Fioranelli? Non l’ho mai incontrato di persona, ricordo Francesco (Totti, ndr) che chiamò Marco (Staffoli, marito di Rosella Sensi, ndr) per chiedergli se fosse vera questa storia che veniva data per fatta da un giornalista di cui non voglio ricordare il nome”.

Scudetti sfiorati…
Quello che ho sentito più vicino è del 2010 con Ranieri, avrebbe cambiato le cose vincere quel campionato. Il mister è stato un grande, è stato determinante in quell’anno che è stato il più difficile per me da presidente.

Chi scelse Ranieri?
Io, insieme a Daniele Pradé. C’era Mancini, avevo grande stima dell’allenatore, ma aveva un grosso problema che era la fede laziale.

Sull’addio di Francesco Totti
Gli avrei dato un ruolo nelle giovanili, vicino a Bruno Conti, per scovare i nuovi talenti oltre a quelli di direttore tecnico, quindi di risolvere molti problemi ad Eusebio Di Francesco, facendo da filtro per la squadra. 

Su De Rossi
Lo vedrei come allenatore perché ha caratteristiche tali per farlo, poi sa comunicare molto bene.

Infine, un pensiero su Di Francesco
Gli chiederei le sue responsabilità, da presidente, ma me lo terrei stretto perché non può essere sua la colpa di questo momento che nessuno vorrebbe passare. Me lo terrei vicino fino alla fine della stagione.

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