Serie A, ripartenza a rischio: cresce il fronte dei pessimisti

Gli ultimi numeri del coronavirus non danno scampo: l’ultima spiaggia è giocare a giugno e luglio ma c’è chi pensa alla prossima stagione.

gravina serie a figc
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La ripresa del campionato di Serie A, che il presidente della Figc Gravina aveva ritenuto possibile così come il ministro per lo sport Spadafora e il presidente del Coni Malagò per il 3 maggio, appare allo stato attuale sempre più un miraggio. L’aggiornamento di ieri della protezione civile e il picco che ancora non arriva e che gli esperti continuano a posticipare non induce di certo all’ottimismo, anzi.

C’è ancora chi spera di salvare la stagione posticipando la ripartenza del campionato a giugno e giocando anche a luglio, ma è ormai una minoranza. Ormai la maggior parte dei vertici del calcio con maggiore responsabilità sta iniziando a pensare a come salvare il salvabile, a contenere la crisi e a far sì che il giocattolo non si rompa per potere essere sicuri di salvare quanto meno l’avvio della prossima stagione.

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Giovanni Malagò ©Getty Images

Serie A, le richieste per fronteggiare la crisi

Intanto, come riporta il “Corriere dello Sport” domani c’è una nuova scadenza. La serie A, come le altre Leghe sportive, dovrà inviare in Federazione una relazione sull’ammontare delle perdite economiche previste a cui andrà incontro in base ai vari scenari, con, in aggiunta, una serie di richieste da presentare al governo.

Si partirà dalla Legge Melandri, che regola la vendita dei diritti tv, allo scopo di avere più margini per aumentare i ricavi. Modificando la Legge sugli stadi si proverà a semplificare l’iter per la costruzione dei nuovi impianti (Pallotta ne sa qualcosa). Probabile anche la richiesta di rimuovere dal Decreto Dignità il blocco alle sponsorizzazioni delle agenzie di scommesse, costata parecchi milioni di euro nella corrente stagione.

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