Petrachi si difende in Procura Figc: “Non ho violato le regole”

Petrachi si difende in Procura Figc: “Non ho violato le regole”. La Procura deciderà se archiviare il caso o andare in giudizio.

Come se non bastassero gli attuali problemi della Roma, con le vittorie che tardano ad arrivare e i troppi infortuni, ecco che il direttore sportivo giallorosso Petrachi ieri ha dovuto iniziare una nuova partita. Una partita che si è giocata però su un campo differente, quello della Procura Figc. Un interrogatorio molto lungo, più di un’ora e mezzo, per cercare di dimostrare la sua innocenza.

Petrachi rischia una squalifica massima di un anno per avere iniziato a lavorare per la ​Roma quando era ancora sotto contratto con il ​Torino. L’accusa è quella di violazione dei principi di “lealtà, correttezza e probità” disciplinati dall’Articolo 1 bis del Codice di giustizia sportiva Figc.

La tesi difensiva di Petrachi, riportata dall’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport“, è sostanzialmente questa. La cessione di Dzeko è stata trattata a luglio e non a maggio come aveva dichiarato in una conferenza stampa, e si era trattato di un semplice lapsus. Gli incontri con Fienga e Fonseca sono stati invece confermati, ma a sua discolpa Petrachi ha detto che erano degli incontri conoscitivi e che ancora non aveva firmato nulla con la Roma visto che era ancora sotto contratto con il Torino.

Petrachi si difende e se la prende con Cairo

Secondo quanto scrive l’edizione odierna de “Il Tempo”, inoltre, Petrachi avrebbe attaccato il presidente del Torino Cairo nel corso dell’interrogatorio. “Il direttore sportivo salentino ha riepilogato tutte le tappe del tormentato distacco dal Torino, ha mostrato i documenti che testimoniano le sue dimissioni presentate a maggio alla fine del campionato e la risoluzione del contratto, con tanto di rinuncia agli stipendi, firmata da Cairo solo a fine giugno. Petrachi considera il comportamento del presidente granata una vera e propria guerra personale chiusa solo dopo che Cairo ha ottenuto i Primavera Bucri e Greco dalla Roma per liberarlo”.

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