Siviglia-Roma, l’allarme del professor Libianchi in un’intervista: «Insensato giocare a porte aperte, emergenza da non sottovalutare».

In una lunga intervista concessa a “Il Romanista“, il professor Libianchi, primario del reparto di Fisiopatologia Respiratoria al San Camillo, ha parlato del coronavirus e dei rischi relativi alla partita Siviglia-Roma che al momento si giocherebbe a porte aperte. Ecco i passaggi più importanti dell’intervista a firma Fabrizio Pastore.
La soluzione adottata dal calcio sarà quella degli impianti chiusi al pubblico. E gli atleti?
Quali?
«Principalmente due: la genetica del soggetto e il sistema immunitario. L’incidenza è maggiore nelle categorie a rischio, anziani e bambini, rispetto agli atleti».
In genere le epidemie seguono tre fasi: diffusione, picco e decremento. Basta un mese di precauzioni?
«Secondo i dati che abbiamo, la regressione è prevista all’inizio dell’estate. Il punto è che proprio fra un mese si dovrebbe toccare l’apice, fra aprile e maggio».
Se il componente di una squadra fosse contagiato, tutto il gruppo andrebbe in quarantena?
«Verrebbero messi tutti sotto controllo, proprio come è successo per quei pazienti presenti nei due Pronto Soccorso dove ha sostato il vigile del fuoco infetto».
L’infezione colpisce le vie respiratorie: lo sforzo polmonare dei giocatori comporta rischi?
«I casi gravi sono quelli di chi è affetto da polmonite intersiziale. Per tutti gli altri c’è possibilità di guarire in tempi relativamente brevi. Gli sportivi professionisti, soggetti a ripetuti controlli medici, corrono oggettivamente rischi minori».
Siviglia-Roma, i rischi di giocare a porte aperte secondo il professor Libianchi
E poi ecco il punto che riguarda la partita tra Siviglia e Roma
I focolai più diffusi al Nord tengono Roma al riparo?
«Senza creare eccessivi allarmismi, nessuno è al sicuro in questa fase. L’epidemia è partita dal Nord per inesperienza, sorpresa e soprattutto per contagio degli operatori sanitari. Nelle regioni del Centro-Sud non si è trattato di focolai autoctoni, ma di casi di “importazione”. Al momento una diffusione su larga scala a Roma è meno probabile, ma bisogna fare attenzione».
È per questo che in Spagna hanno disposto porte chiuse per le partite di Inter e Atalanta, ma non per quella della Roma a Siviglia?
«Mi fa sorridere questa decisione. Forse non siamo molto simpatici all’estero. Sarebbe stato più corretto chiudere tutti gli stadi, compreso quello del Siviglia. Per uniformità e soprattutto per prevenzione. E poi mi sembra di aver capito che al ritorno l’Olimpico sarà chiuso. Che senso ha soltanto qui?»




