Roma, a tutto Spinazzola | Dal mancato approdo all’Inter all’infortunio di luglio

Roma, Leonardo Spinazzola è tornato a raccontarsi, focalizzandosi sugli ultimi mesi ma anche sulle vicende che lo hanno interessato prima del lockdown.

Ceferin premia Spinazzola ©Getty Images

Uscito a pochi minuti dal fischio finale di Italia-Belgio, l’ex Atalanta e Inter sta proseguendo l’iter riabilitativo che dovrebbe, con la giusta cautela, permettergli di disputare almeno sei mesi nell’arco di questa stagione.

La frattura al tendine di Achille ha avuto, come ormai noto, un impatto non indifferente anche sui piani societari e di Tiago Pinto, costretto a cercare un terzino sinistro che potesse degnamente sostituirlo in attesa del suo recupero.

Ai microfoni de “Il Corriere della Sera“, Spinazzola ha così esordito. “L’infortunio al ginocchio è peggio. Il legamento crociato ti fa male anche dopo. Dicono invece che il tendine d’Achille, una volta guarito, addirittura si rafforzi. Guardo sempre il bicchiere mezzo pieno, ho tutto e sono felice. Anche io passo i miei momenti tristi, ma poi guardo avanti e non mi piango addosso”.

Dopo aver dribblato, come fosse sulla fascia, una domanda che interessava il mancato approdo all’Inter quasi due anni fa, “Spina” ha solo sottolineato: “Non tutti i mali vengono per nuocere. Non voglio parlare di questa vicenda, ma dopo posso dire di essere rinato. Trovo la forza di andare avanti lavorando per tornare quello di prima”.

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Roma, Spinazzola si racconta: dall’Europeo al rapporto con Mourinho

Roma
Leonardo Spinazzola ©GettyImages

Il numero 37 ha in modo sornione risposto agli encomi giunti per l’uscita del libro narrante del percorso Europeo, raccontato dal suo punto di vista. “È stato bravissimo Alciato a rendere sulle pagine la storia che gli ho raccontato. Ha appassionato anche me con la sua penna. Ha raccontato quaranta giorni tra ritiro e partite senza mai un litigio. Un gruppo così non lo avevo mai visto. Non basta per vincere, ma aiuta. Aiuta molto”.

Sul rapporto con Mourinho, invece: “Mi ha telefonato prima di Italia-Turchia e mi ha detto: “Te la fai sotto o sei forte? Hai paura o sei pronto? Gli ho detto di essere forte e pronto a rimettermi in gioco”.

La chiosa ha infine interessato i tempi di recupero: “Mi sono fatto una mia tabella di recupero perché devo tenere la testa sempre sul pezzo. Mi aiuta. Sentirò cosa dice il mio corpo, ma è chiaro che darò retta ai medici“.

 

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