A poche ore dal fischio d’inizio della sfida dell’Olimpico, Roma e Napoli continuano ad essere al centro degli affari di mercato
Orgoglio italiano del secondo dopo guerra, l’autostrada del Sole ha fatto da punto di collegamento di diverse regioni d’Italia. Primo tratto di due capoluoghi di regione dell’attuale A1, il percorso ha rappresentato una direttrice importante anche per non pochi affari di calciomercato tra Roma e Napoli.
Il confronto ormai imminente tra i giallorossi e la compagine di Antonio Conte, infatti, permette di porre l’accento anche sui vari calciatori che prima di vestire la maglia della Roma hanno militato nel Napoli, o viceversa. Un tema – quest’ultimo – tutt’altro che banale, visti i frenetici affari che stanno caratterizzando una sessione invernale di calciomercato ormai agli sgoccioli. Campagna trasferimenti nella quale – ancora una volta – i capitolini e gli Azzurri hanno visto intrecciare le loro mosse. Dall’interessamento dei partenopei per Pellegrini ai sondaggi esplorativi di Ghisolfi per Raspadori: storie ormai note, che al momento non hanno portato a sbocchi risolutori a causa di una discrepanza sensibile tra domanda ed offerte. Tuttavia, in tempi e in modi diversi i due club sono riusciti ad imbastire trattative tutt’altro che banali. Ecco una rapida carrellata dei 5 affari più onerosi tra Roma e Napoli, passati in rassegna dai più datati ai più recenti.
I 5 affari più ‘importanti’ tra Roma e Napoli: momento Amarcord con Buriani
Il nostro punto di partenza ci permette di riavvolgere il nastro fino al lontano 1985, anno nel quale si ‘consumò’ l’addio di Ruben Buriani alla Roma. Acquistato un anno prima grazie ad un vero e proprio blitz, uno dei pupilli di Dino Viola si trasferì proprio al Napoli, chiudendo la sua parentesi in maglia giallorossa impreziosita da 24 presenze.
Il ‘biondo’ dal cuore d’oro faceva del dinamismo e dell’aggressività in mezzo al campo le sue armi più importanti; caratteristiche ancor più preziose se inserite in un reparto che già poteva contare sulla qualità di calciatori come Ancelotti, Giannini, Falcao e Cerezo. Buriani entra in punti di piedi nell’undici di Eriksson, ritagliandosi un ruolo sempre più importante. Sotto questo punto di vista, la ciliegina sulla torta è rappresentata dalla scelta di dargli la numero 10 in occasione della sfida di Coppa delle Coppe contro il Wrexham. L’esito di una stagione monopolizzata da tante difficoltà in campionato, chiuso al settimo posto, causa un inesorabile restyling: Buriani passa al Napoli, che imposta la trattativa con la Roma a titolo definitivo per una valutazione complessiva da circa 750 mila euro (al cambio attuale).
Classifica delle 5 trattative più onerose tra Roma e Napoli: spunta Andrea Carnevale
La seconda ‘storia’ che ci apprestiamo a raccontare è quella di Andrea Carnevale. Poche settimane dopo la fine di Italia ’90, Dino Viola affonda il colpo e chiude l’affare con il Napoli per l’attaccante. Il costo dell’operazione è tutt’altro che banale: 6,8 miliardi di lire. Nuova freccia per lo scacchiere tattico di Ottavio Bianchi, Carnevale non fa fatica ad immergersi subito nella nuova realtà, impreziosendo un reparto che poteva già contare su Rudi Voeller, Ruggiero Rizzitelli e Roberto Muzzi.
Anche a causa di diverse situazioni fuori dal perimetro di gioco, però, dopo un buon inizio con la maglia giallorossa Carnevale non riesce ad esplodere e chiuderà dopo pochi anni la sua avventura nella Capitale venendo ceduto all’Udinese da dove poi si trasferirà in prestito al Pescara.
Dalla Roma al Napoli, classifica dei 5 trasferimenti più ‘pesanti’: Daniel Fonseca sugli scudi
Passiamo ora a Daniel Fonseca. Allenato anche da Claudio Ranieri, il bomber uruguaiano ha militato in Azzurro dal 1992 al 1994. Autore della ‘manita’ al Valencia che tanto calamitò l’attenzione mediatica, ‘El Tigre’ sarà poi un punto di riferimento importante dello scacchiere tattico giallorosso, pur non riuscendo mai a chiudere una stagione in doppia cifra. Per prelevarlo dal Napoli, la Roma mise sul piatto 17,5 miliardi di lire a cui aggiunse il cartellino di Benito Carbone.
Tormentato da non pochi infortuni, Fonseca in giallorosso colleziona complessivamente 65 presenze, mettendo a referto 20 reti. La volontà di emergere, la cattiveria agonistica unita ad un bagaglio tecnico di grande valore – decisivi nella vittoria dell’Uruguay della Copa America – porranno poi le premesse per l’affondo della Juventus, che riuscirà a convincere l’attaccante uruguaiano a sposare il progetto bianconero trovando l’accordo con la Roma sulla base di una valutazione complessiva di 9 miliardi di lire.
Roma-Napoli tra passato, presente e futuro: anche Mario Rui ‘in lista’
Anche gli ultimi anni – come noto – sono stati caratterizzati da non poche sliding doors sull’asse Roma-Napoli. Rimanendo in tema, nell’estate del 2017 i due club perfezionarono la trattativa per Mario Rui: l’esterno mancino portoghese si trasferì in Azzurro dopo aver collezionato 9 presenze con la maglia della Roma.
I capitolini accettarono la proposta messa sul piatto dal Napoli, consistente in un prestito oneroso da 3,75 milioni di euro a cui aggiungere un riscatto condizionato per altri 5,5 milioni. L’intesa prevedeva anche un bonus di un milione di euro direttamente collegato al raggiungimento da parte del Napoli e del calciatore di determinati obiettivi.
I 5 affari più costosi tra Roma e Napoli: svetta l’operazione Manolas-Diawara
Per le cifre complessive con le quali è stata chiusa, la trattativa che ha portato Manolas al Napoli e contestualmente Diawara alla Roma è la più onerosa. Nell’estate del 2019, al termine di una trattativa piuttosto articolata, il club partenopeo decise di pagare per intero la clausola rescissoria di 36 milioni di euro che legava il difensore greco ai giallorossi.
A fare il percorso inverso fu invece Diawara, valutato complessivamente 21 milioni di euro. Come detto, la trattativa visse diverse fasi di stallo; l’ultima, materializzatasi a poche ore prima della definitiva fumata bianca a causa di alcune clausole presenti nel contratto di Manolas, sembrava sul punto di poter incidere profondamente in un affare già imbastito nelle sue linee essenziali. Alla fine, però, la stretta di mano non tardò ad arrivare e suggellò definitivamente l’accordo totale tra le parti.