La FIGC si è mossa in anticipo con la FIFA per la sperimentazione di un nuovo tipo di tecnologia: l’annuncio è già una rivoluzione
Ormai, oltre ai tifosi, si stanno abituando anche gli stessi calciatori. Nonché gli allenatori. I quali, respingendo l’istinto di esultare ad un gol della loro squadra, talvolta restano impassibili in attesa che un probabile controllo al VAR possa eventualmente annullare la segnatura. Quando le cose vanno bene – parlando nell’interesse delle squadre che hanno segnato – magari si assiste ad una doppia esultanza. Quando invece la tecnologia annulla il tutto, la delusione è sempre cocente. Per quanto in qualche modo ‘attesa’ dallo spauracchio della revisione nella sala preposta.
Il VAR ha insomma letteralmente cambiato non solo molte delle prime decisioni dell’arbitro o dei suoi assistenti, ma lo stesso modo di vivere il match da parte di tutti i soggetti coinvolti. Eppure…eppure c’è chi vorrebbe ampliare il raggio d’azione della tecnologia che ha segnato un cambiamento radicale da quel 19 agosto del 2017, data di esordio del VAR in Serie A.
Talvolta errori macroscopici che però non rientrano nella casistica della revisione da parte della famosa camera piena di monitor hanno creato polemiche a non finire. Emblematici, in tal senso, alcuni evidenti falli fuori area, non soggetti alla ‘moviola’ ufficiale, oppure il mancato controllo in caso di un doppio giallo non comminato in prima battuta dal direttore di gara.
Nelle ultime settimane si è fatta sempre più largo la proposta di un ‘VAR a chiamata‘, su richiesta di ciascun club coinvolto nel match. Un pò’ quello che già accade, seppur con modalità differenti trattandosi di uno sport molto diverso, in NBA. Dove le franchigie possono autonomamente chiedere agli arbitri – una volta sola a partita – di andare a rivedere l’azione incriminata con una sorta di ‘challenge’ di tennistica eredità e memoria.
Football Video Support, parte il test: la FIGC si è mossa
Il Football Video Support, una sorta di alternativa semplificata (ed oltretutto più economica) del VAR, è il nuovo strumento che la FIGC ha chiesto ufficialmente alla FIFA per una sperimentazione che partirà nella regular season di Serie C (ai playoff è infatti già previsto l’uso del VAR ), nella Serie A femminile e, in futuro, anche in Serie D.
La sostanziale differenza del nuovo strumento – che solo per semplicità abbiamo definito ‘VAR a chiamata‘ – rispetto a ciò che conosciamo bene in Italia ed in Europa è che non è contemplato il giudizio di altri arbitri e, soprattutto, la consultazione delle immagini può avvenire – ed è questa la grande novità – anche su richiesta delle due squadre. Sebbene non più di due volte a partita (la revisione, sullo stile sempre del ‘challenge‘ tennistico, non viene però conteggiata se comporta la modifica della decisione arbitrale originaria).
Il regolamento attuale prevede che si possa richiedere l’intervento del Football Video Support in questi casi specifici:
- segnatura o meno di una rete
- assegnazione o meno di un calcio di rigore
- espulsione diretta
- eventuali scambi d’identità
Tutto pronto, dunque, per una sperimentazione che potrebbe portare, nel breve/medio periodo, ad un’altra rivoluzione di grande portata nello sport più amato dagli italiani.