Penalizzazione Juventus, se l’è fatto scappare: la frase semina il caos

Nuova possibile svolta nelle indagini del procuratore Chiné sui giri di scommesse legati ai calciatori: il club bianconero ora trema

Sembrava tutto archiviato. Una brutta pagina, anche – se non soprattutto – per la vita dei giovani calciatori coinvolti, da riporre nel cassetto ‘degli errori fatti, da cui si può solo imparare‘. Hanno già pagato un prezzo altissimo, Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, relativamente al caso scommesse che li ha poi visti puniti dalla Procura Federale con diversi mesi di squalifica, conditi da altre settimane di prescrizioni alternative.

John Elkann, Ad di Exor
Penalizzazione Juventus, se l’è fatto scappare: la frase semina il caos (LaPresse) – Asromalive.it

Scontata la punizione, i due si sono ripresi la scena nel solo ed unico terreno possibile: quello del campo, del calcio giocato, degli assist, dei gol, delle vittorie e delle sconfitte ‘reali’, non quelle virtuali – ma gravemente onerose dal punto di vista economico, nonché pericolose per le loro carriere – del tentatore mondo del gioco on line.

Nelle ultime settimane però, l’incubo si è parzialmente rimaterializzato all’orizzonte. La diffusione pubblica delle chat intercorse tra i giocatori hanno fatto emergere un quadro in cui sembrerebbero coinvolti altri colleghi di Fagioli e Tonali: McKennie, Perin, Bellanova, Paredes, Di Maria e Ricci sono stati tirati in ballo dallo sbobinamento dei messaggi (audio e scritti) nonché delle telefonate intrattenute nel periodo incriminato.

Sebbene l’ex centrocampista della Juve – ora alla Fiorentina, che a fine anno lo riscatterà come da accordi intercorsi a gennaio – non rischi una nuova riapertura del caso contro la sua posizione, le sue dichiarazioni del marzo 2023 lasciano un possibile filone aperto con conseguenze che potrebbero essere imputabili direttamente al club bianconero. Ma entriamo nel dettaglio.

Fagioli, il caso scommesse e l’omissione della Juve: tutto in ballo

Oggi mi hanno parlato alla Juve, dicendomi se avevo qualche problema perché stanno capendo che ho qualcosa e che gli è arrivata voce del gioco. Se scoppia la bomba sono rovinato a vita, anche la Juve me l’ha detto“. Parole e musica di Nicolò Fagioli, le cui dichiarazioni sono 24 marzo 2023, ovvero diversi mesi prima della vera e propria indagine della Procura. In sostanza, il calciatore aveva già espresso un’evidente preoccupazione per il fatto che al club bianconero fosse già arrivata ‘la voce del gioco’.

Nicolo Fagioli in conferenza stampa con la Nazionale
Fagioli, il caso scommesse e l’omissione della Juve: tutto in ballo (Ansa Foto) – Asromalive.it

Questo estratto da una chat del giocatore ex Cremonese striderebbe non poco con quanto comunicato in via ufficiale dalla Juve il 13 ottobre dello stesso anno: “In merito a quanto riportato da alcuni organi di informazione, Juventus FC precisa che non appena ricevuto notizia di un possibile coinvolgimento del proprio tesserato Nicolò Fagioli sul tema delle scommesse ha immediatamente e tempestivamente preso contatto con la Procura Federale della FIGC.

Considerando che Fagioli si è autodenunciato alla stessa Procura il 30/08/2023, pare plausibile ipotizzare che la Juve dovrebbe aver preso contatto con gli organi istituzionali non prima della stessa fine di agosto, pur avendo preso coscienza della ‘voce del gioco’ già cinque mesi prima.

Si potrebbe a questo punto ipotizzare, come riportato dal portale ‘Ius101.it‘ a firma dell’avvocato Michele La Francesca, un’ipotesi di violazione dell’art. 24, comma 5, CGS da parte dell’esponente (o degli esponenti) della società piemontese per omessa denuncia. Nonché una responsabilità dello stesso club juventino ai sensi dell’art. 6 CGS (responsabilità diretta oppure oggettiva).

Il citato art. 24, comma 5 CGS, dispone, infatti, che: ‘I soggetti di cui all’art. 2 che siano venuti a conoscenza in qualunque modo che società o persone abbiano posto o stiano per attuare taluno degli atti indicati ai commi 1 e 2, hanno l’obbligo di informarne, senza indugio, la Procura federale. Il mancato adempimento di tale obbligo comporta per i soggetti di cui all’art. 2 la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a sei mesi e dell’ammenda non inferiore ad euro 15.000,00‘.

Insomma, se il procuratore Chiné dovesse accertare che già nel marzo 2023 qualcuno alla Juve avesse una conoscenza precisa delle scommesse effettuate da Fagioli, potrebbe scattare la responsabilità oggettiva, con conseguenze quantificabili in ammenda e/o penalizzazione (ovviamente più elevate nel caso di responsabilità diretta).

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