Con la corsa Champions che si è maledettamente complicata, è tempo di bilanci in casa giallorossa: il lavoro del Ds non ha portato buoni frutti
La matematica lascia ancora delle speranze, ma il calendario – nonché il fatto di dipendere dai risultati altrui – parla chiaro. Così come l’esiguo numero di partite rimaste da disputare: solo due. Davvero troppo poco per sperare in ulteriori passi falsi delle dirette concorrenti (nello specifico Juve e Lazio), a cui basta fare bottino pieno negli ultimi 180′ per relegare la formazione giallorossa addirittura in Conference League.

Una manifestazione che rievoca dolci ricordi ai tifosi della Roma, ma che non può essere considerata una competizione a cui aspirare nella prossima stagione. Ad ogni modo, in attesa di conoscere il proprio destino, l’undici di Sir Claudio (encomiabile e straordinario in ogni caso il lavoro dell mister) è chiamato a fare il suo, vincendo le ultime due partite per issarsi a 69 punti. Una quota mai raggiunta dalla Roma negli anni della gestione Friedkin.
Certamente Ranieri ha pagato, nel rush finale per un posto al sole, l’assenza del suo fuoriclasse Paulo Dybala. Lo stesso Lorenzo Pellegrini, deludente quest’anno, non era disponibile a Bergamo. un’altra opzione offensiva a cui il tecnico ha dovuto forzatamente rinunciare. E i nuovi innesti? Quelli arrivati a gennaio?
Ecco, è tempo di bilanci a Trigoria, soprattutto, ma non solo, alla luce di quanto ha combinato uno degli acquisti del mercato invernale, quel Devyne Rensch responsabile primario del gol di Lookman, che ha aperto la strada al successo atalantino.
Roma, il nulla dal mercato invernale: valutazioni in corso
Se consideriamo anche il diritto di riscatto (fissato a 18 milioni) che il club capitolino può vantare nei confronti del centrocampista Lucas Gourna-Douath, il Ds Ghisolfi potrebbe aver investito qualcosa come 35 milioni nella sessione invernale di scambi. La resa, per usare un eufemismo, è stata a dir poco deficitaria.

215 minuti in campo per il succitato centrocampista ex Salisburgo. 415 per l’olandese – costato 5 milioni più 1 di bonus – che si è perso l’attaccante della Dea in occasione del gol. Ancor più negativo il bilancio di Victor Nelsson, il danese ex Galatasaray che dal suo arrivo ha fatto sempre panchina a Zeki Celik, con 185 minuti in campo, e Anass Salah-Eddine, che ha collezionato solo 135 minuti sul terreno di gioco.
Lo stesso Pierluigi Gollini, arrivato a Roma a fine gennaio per circa 800mila euro, non ha lasciato traccia della sua presenza: ancora mai schierato da Ranieri, che si fida solo dell’affidabilissimo Svilar.
Insomma, i nuovi, quelli che avrebbero dovuto dare nuova linfa alla formazione giallorossa, hanno miseramente fallito la loro missione. Tutta esclusiva colpa loro? In questo momento poco importa sapere dove sia la verità. Quel che si sa è che quasi tutti rischiano di non far parte della rosa del prossimo anno. A prescindere da chi sarà il nuovo tecnico.





