Il Ds giallorosso si è concesso in un’intervista esclusiva a poche ore dal fischio d’inizio del lunch match contro il Venezia
Sono lontani i tempi in cui ci si chiedeva dove fosse. Cosa facesse. Cosa pensasse dei tanti argomenti ‘caldi’ inerenti il mondo Roma. Negli ultimi mesi, più o meno dall’avvento di Ivan Juric in poi, Florent Ghisolfi ha accolto le sollecitazioni della piazza per una presenza, anche a livello mediatico, più tangibile. Continua, costante, al pari di quello che da sempre i grandi uomini-immagine dei top club fanno soprattutto nell’immediata vigilia della partita (pensiamo a Beppe Marotta, che non salta un’intervista prima di ogni partita dell’Inter).
Lungi dal rappresentare ancora un istituzione del club come l’abile dirigente meneghino, il Ds giallorosso sta prendendo sempre più confidenza con l’ambiente. Il suo ‘italiano’ è da tempo più che accettabile, la sua disponibilità a parlare di svariati argomenti (e la stagione della Roma si presta purtroppo a tante considerazioni anche recriminatorie) lo ha avvicinato al tifoso medio, che è però rimasto un po’ deluso da un mercato che avrebbe dovuto forse regalare altri profili a mister Ranieri.
Di questo, dell’impegno dei Friedkin, del tema rinnovi, della scelta del tecnico del futuro, il francese ha parlato a cuore aperto nel corso di un’intervista esclusiva rilasciata al ‘Corriere della Sera‘ il giorno prima l’importante impegno del club capitolino in quel di Venezia, nel lunch-match della 24esima di campionato.
Dal mercato a Ranieri e all’impegno dei Friedkin: le parole del dirigente
“Ranieri ha voluto essere trasparente sul FFP perché i tifosi meritano sincerità. La società ha firmato un settlement agreement con la Uefa nel 2022, a fronte di un deficit importante, che dura per quattro stagioni“, ha esordito Ghisolfi parlando delle scelte di mercato operate nella sessione invernale di scambi.
Sempre a proposito del caldo mese di contrattazioni che ha visto arrivare e partire a e da Trigoria diversi giocatori, il dirigente ha vuotato il sacco: “Lucca non è mai stato un’ipotesi. Cercavamo un vice Dovbyk e non un titolare. Su Frattesi abbiamo lavorato: con lui, con il procuratore e con l’Inter. Ci siamo andati vicino, tra 4 mesi vedremo se il suo arrivo è realizzabile. Il suo o quello di un centrocampista con le sue qualità“, ha proseguito.
Sulle possibili partenze pesanti di profili come Pellegrini, Cristante e forse Dybala, Ghisolfi è stato chiaro: “L’obiettivo è trovare certezze sostenibili da aggiungere a quelle che abbiamo già: Koné, Dybala, Mancini, Ndicka, Svilar, Paredes che è importante in campo e nello spogliatoio. Con lui stiamo lavorando al rinnovo per un altro anno“.
“Nuovo allenatore? Cerchiamo qualcuno che abbia voglia di allenare la Roma e di considerarla una prima scelta. Alcuni allenatori sono liberi, altri sotto contratto, alcuni più o meno interessati a venire qui. Ma per rispetto di Ranieri, ora non voglio parlare del prossimo tecnico“, ha aggiunto.
Per finire, una considerazione sull’impegno dei Friedkin: “Chi dirige questo club dà tutto. Il che non significa che non commette errori. I Friedkin amano la Roma e il progetto stadio ne è l’esempio più lampante“, ha concluso Ghisolfi.